Diversity Opportunity | Il percorso che porta alla vittoria parla di emozioni, paure e sfide. Marco ha vinto la sua!
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Il percorso che porta alla vittoria parla di emozioni, paure e sfide. Marco ha vinto la sua!

Intervista a Marco Lugliolini, vincitore della Menzione d’Onore alla Call to Action Millennials4Millennials di Oracle Italia.

 

Com’è stata l’esperienza della Call to Action Millennials4Millennials umanamente e professionalmente? 

Come spesso capita nella vita, le migliori situazioni e opportunità iniziano sempre per caso, con una distratta telefonata alla quale inizialmente si bada poco. Poi, quando si realizza ciò che sta accadendo, ti senti come sopraffatto e cerchi solo di pensare a prepararti al meglio.

La magia della giornata è iniziata fin da subito, quando si percepisce che un ambiente internazionale e altamente innovativo come quello di Oracle può far sembrare una cravatta quasi fuori luogo!

Il clima informale, ma altamente professionale, la possibilità creativa insita nella challenge e i colleghi tutti giovanissimi e preparatissimi sono i tre elementi che più mi porto dietro. La potenza dello spirito innovativo di quella giornata risiedeva nel fatto che con il gruppo a qualsiasi idea, anche la più strampalata possibile, ci venisse fornito immediatamente un supporto informatico esistente o di facile progettazione. L’adrenalina che si ha, è dovuta al fatto che con le giuste competenze si possono davvero raggiungere traguardi sempre più alti!

Questa bellezza l’ho ritrovata nei colleghi di team che sono capitati nel mio gruppo, ognuno con una preparazione diversa dalla mia, ma con la stessa visione della vita e del futuro. Abbiamo fatto gruppo immediatamente e collaborato in perfetta sinergia e con un processo di co-creazione alla pari.

Ho capito che per il mio futuro, il lavoro che vorrei è in realtà aziendali come Oracle, dove le idee non si fermano mai, dove poter incontrare colleghi così, con cui essere prima di tutto una squadra… e chissà, magari essere anch’io un giorno dall’altra parte!

 

Che tipo di competizione ti aspettavi di vivere?

Mi aspettavo esattamente qualcosa del genere, basato sulla creazione di un progetto o sull’implementazione di possibili declinazioni di un servizio già esistente, ammetto di essere stato fortunato nell’essermi ritrovato nel progetto che sentivo più vicino alle mie corde, ma quello che non mi aspettavo era il clima: disteso ma professionale e collaborativo con i colleghi. Ero pronto a trovarmi persone agoniste in accezione estrema, pronte a “farmi le scarpe” in tutti i modi. Invece non è stato così ed è stato bene, soprattutto perché ritengo che solo quando non ci si sente minacciati si possa dare il meglio di sé.

 

Com’è stato metterti in gioco e cosa ti porti a casa dell’esperienza?

È stato proprio il mettermi in gioco l’emozione più bella.

Lavoro da un po’, faccio un lavoro abbastanza convenzionale e avvertire quell’adrenalina e quel clima da Università in un contesto lavorativo è stata una sensazione fortissima, che mi ha come risvegliato, fatto vedere le mie capacità e resto più determinato nel voler raggiungere i miei obiettivi. Come ho detto quando mi sono presentato, la parola/emozione che mi sono portato a casa da questa giornata è: empatia.

 

Il tuo futuro nel mondo del lavoro vedrà come protagonista l’innovazione?

Assolutamente sì!
Futuro e innovazione sono sinonimi e considerato ciò che il mondo del lavoro sta fornendo e le sfide che ci attendono, non si può restare indietro.
Il ruolo di ognuno di noi è contribuire al benessere e alla facilità della vita per tutti e questo passa necessariamente per il tema dell’innovazione.

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