Diversity Opportunity | Soluzioni di continuità, presenza e ascolto: hub di raccordo e accompagnamento per gli studenti nella seconda ondata
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Soluzioni di continuità, presenza e ascolto: hub di raccordo e accompagnamento per gli studenti nella seconda ondata

Intervista a Giulia Savarese, Docente di Psicologia e Delegato del Rettore alla Disabilità e DSA – Università degli Studi di Salerno

Sono Giulia Savarese, Docente di Psicologia e mi occupo dei nostri studenti con bisogni formativi speciali presso l’Università degli Studi di Salerno, in quanto Delegato del Rettore alla Disabilità e ai Disturbi di Apprendimento. 

Mi hanno chiesto di fare un po’ il punto della situazione su questa ripresa di un anno accademico molto difficile e molto strano anche e di valutare questo mix che stiamo portando avanti di didattica in presenza e didattica a distanza.

Diciamo che quando c’è stato il lockdown a marzo, la maggior parte delle Università Statali era completamente impreparata alla didattica a distanza, devo dire che il nostro Ateneo nel giro di una settimana ha implementato la dad. Siamo partiti con grande fatica, ma siamo partiti utilizzando la piattaforma Teams e quindi è stato predisposto tutto per partire con la dad.

Poi abbiamo continuato a distanza anche con gli esami e con le lauree.

Da questo nuovo Anno Accademico c’è stata la possibilità di aprirsi alla didattica mista, non è semplicissimo coniugare insieme le due metodologie didattiche, ma ognuno di noi ci sta mettendo del suo: sia gli studenti che i docenti, per cercare di andare avanti e, un po’ tutti, di tenerci resilienti.

Sicuramente i dati che arrivano e il modo in cui vengono presentati, non sta incidendo positivamente sull’umore di qualsiasi persone, risulta in questo modo sempre più difficile essere resilienti.

Dal mio punto di vista di Docente che insegna Psicologia, ho inventato di tutto per poter garantire lezioni con dinamiche più interattive, perché è questo uno dei problemi: cercare di coinvolgere gli studenti, seppure a distanza. Ci sto riuscendo, ma è chiaro che viene a mancare tutta la parte relazionale contestuale che è molto importante.

Avendo fatto dei sondaggi, sia dal punto di vista dei docenti sia dal punto di vista degli studenti, la dad è andata bene, ma ci sono sicuramente state e continuano ad esserci delle difficoltà rispetto a problemi di connessioni o a problemi di privacy, soprattutto per quanto riguarda gli esami.

Manca tutta la relazione, la vita sociale tipica dei nostri Campus, per cui sul fronte dell’emergenza e sul fronte del dover andare avanti la dad è un buono strumento, ma sicuramente gli studenti in generale manifestano una preferenza verso la didattica in presenza.

Rispetto agli Studenti con disabilità e con disturbo dell’apprendimento, ho rilevato un buon di soddisfazione rispetto alla didattica a distanza perché, paradossalmente, sono stati interessati da tutta una serie di misure compensative che prima faticavano ad avere, come la ricezione dei materiali didattici in anticipo, la registrazione delle lezioni. Forse loro sono gli studenti più contenti degli altri, però anche in questo caso ci hanno raccontato di difficoltà legate alla condizione di isolamento sociale, perché per loro è stato ancora più amplificato, e anche di non poter vivere a pieno la vita universitaria.

Quali speranze, quale futuro?
Io credo che un po’ tutti cerchiamo di essere e pensare positivo, però è indubbio che la salute psicologica delle persone sia molto in bilico e a rischio in questo momento, anche quella dei nostri studenti.

Occupandomi anche degli Centro di Counseling Psicologico posso dire che proprio nell’ultima settimana abbiamo registrato un boom di richieste di persone con disturbi d’ansia, legati sicuramente a questo particolare momento storico di ripopolazione dei casi, di paura, di incertezza e di ansia che un po’ tutto ci sta facendo vivere.

Per i prossimi mesi speriamo di poter continuare, seppure con questi pochi studenti del primo anno, anche la parvenza di normalità in presenza, ma abbiamo ormai maturato tutta una serie di strumenti e di esperienze per la distanza e, quindi, in qualche modo siamo forse più preparati ad affrontare, eventualmente, un altro lockdown, augurandoci che tutto questo possa rientrare, dandoci la possibilità di riappropriarci delle nostre relazioni sociali, delle nostre vicinanze, del nostro poterci godere insieme e anche della nostra libertà.

Questo credo che sia ciò che ci auguriamo un po’ tutti ed è quello che poi mi auguro poi di poter festeggiare al più presto con tutti i nostri studenti.

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