Diversity Opportunity | Digital Roadmap to Innovation Hack – La challenge dei Millennials e della Gen Z
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Digital Roadmap to Innovation Hack – La challenge dei Millennials e della Gen Z

Intervista Sara Ponti, Sustainability Specialist at Enav S.p.A.

Eccomi qua, mi chiamo Sara Ponti e mi occupo di Sostenibilità e Responsabilità Sociale di Impresa presso ENAV  S.p.A., azienda che si occupa del controllo del traffico aereo. Lavorare in questo ambito ed in questa funzione mi ha permesso di acquisire conoscenza su tematiche trasversali e di interfacciarmi con la maggior parte delle figure aziendali, insomma di avere una visione globale delle attività avendo anche la percezione dello sviluppo e dei progetti in divenire che porteranno a soluzioni concrete e sostenibili per il futuro. Quanto detto si coniuga bene con la mia prima esperienza in un Hackathon basato sulla transizione digitale, una delle tematiche care allo sviluppo sostenibile del nostro paese. Mettersi in gioco significa infatti imparare ed aprirsi a nuove idee, rompere schemi ed abitudini e per questo…sfida accettata!

Partiamo dalle generazioni coinvolte, una Millenial come me, Mentor di quattro ragazze della Generazione Z.

Ho usato appositamente termini divenuti molto comuni nell’ultimo periodo e soprattutto alla sfida in questione, la “Digital Roadmap to Innovation Hack” organizzata da Oracle Academy Italia e Diversity Opportunity. I Millenials sono i cosiddetti pionieri digitali, coloro che hanno assistito all’avvento della connettività mobile, al boom di internet e dei motori di ricerca, allo sviluppo dei social media. La Generazione Z invece è già nata in un mondo quasi totalmente digitale. Tutto ciò per far capire che, il Mentor, ovvero la persona che ha il ruolo di trasmettere la propria esperienza, deve rapportarsi e confrontarsi con le nuove leve cercando di percepire la visione del mondo di un’altra generazione, capire le personalità di ciascuno ed il modo più efficace per far emergere le competenze. Nel mio caso il lavoro è stato facile, ho avuto la fortuna di far parte di un gruppo molto proattivo che ha sin da subito individuato un valido progetto da proporre, sapendo anche del poco tempo a disposizione, puntando dritto all’obiettivo. Al di là del risultato penso che questa collaborazione intensiva, finalizzata ad un progetto comune, abbia insegnato a tutti, me compresa, l’importanza ed il valore del lavoro di squadra, fondamentale anche nella vita lavorativa e che l’impegno e la competizione si possono tradurre anche in divertimento.

Non possono ovviamente mancare i ringraziamenti alla “mio” gruppo, agli organizzatori e a tutte le persone che hanno partecipato, è stata davvero un’esperienza stimolante.

Per concludere credo sia doveroso dire che è incoraggiante sapere che il futuro prossimo sarà nelle mani di una generazione tecnologica ed attenta alla salute del nostro pianeta.

 

 

Agata Calì

Mi chiamo Agata e sono nata a Catania. Ho avuto un’infanzia semplice che ha alimentato la mia creatività. Gli studi che ho fatto sono sempre stati molto trasversali. A liceo ho appreso le basi di sociologia e psicologia. Mi sono laureata in Economia Aziendale e attualmente frequento la specialistica in Scienze del testo per le professioni digitali. Amo lavorare su me stessa e pianificare le mie giornate. Ho realizzato il mio programma di vivere esperienze lavorative in settori differenti con l’obiettivo di capire meglio le persone e le dinamiche che circondano il mondo del lavoro. A marzo ho dato il via ad un mio nuovo progetto: lavoroconsapevole.it. Il mio romanzo preferito è Alice’s Adventures in Wonderland. I miei valori guida sono l’emancipazione, l’amore e l’amicizia. Le mie passioni sono la comunicazione, l’arte e lo yoga.

Ho trovato l’Hackathon un esperienza molto stimolante e adrenalinica. Una sfida di cui è difficile prevedere il risultato finale, l’unica cosa di cui si è certi è che si impara qualcosa!
In particolare per me questa esperienza è stata un modo per ricaricarmi di energia e ricordarmi che ognuno di noi ha un valore che emerge nei terreni fertili. Questa attività è stato un concentrato di apprendimento ma la cosa che scelgo di portare con me sono le persone che ho avuto l’opportunità di conoscere.

 

Marika Baglivo

Sono originaria del Salento, ma la mia passione per i viaggi e le lingue e culture straniere mi ha portata a cambiare molte città. Dopo aver conseguito il doppio diploma linguistico italo-francese, mi sono trasferita a Modena dove ho frequentato la facoltà di Mediazione linguistica e successivamente a Torino per proseguire con la laurea magistrale in Lingue straniere per la comunicazione internazionale. Durante il mio percorso formativo ho svolto due Erasmus, tappe fondamentali per l’affinamento del mio lavoro di osservazione interculturale: uno a Parigi, città che sognavo sin da bambina, e uno a Mulhouse, una piccola città dell’Alsazia. Gli imperativi che mi hanno sempre guidata nel mio percorso fino ad ora, nonché i miei principali obiettivi per il futuro, sono l’arricchimento e la crescita personale: mi piace vedermi e descrivermi come la ragazza con un puzzle a forma di valigia al posto della testa, alla continua ricerca del prossimo tassello, che non sarà mai quello finale.

L’esperienza dell’Hackathon ha rappresentato, da questo punto di vista, un nuovo e importante tassello. Uscire dalla comfort zone e dal mio campo di studi, ossia quello delle lingue straniere, mi ha inizialmente spaventato, ho creduto di non essere all’altezza. Tuttavia, ho capito di aver fatto la scelta giusta non appena ho iniziato a lavorare con il mio team: quattro persone con background formativi completamente diversi, un mix di competenze, passioni, prospettive e scelte, un’esplosione di idee. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata il cosiddetto “effetto specchio”, fenomeno per il quale è solo attraverso il confronto con altri punti di vista che si possono mettere in questione i propri, aprendosi a nuove possibilità di pensiero. Ci ho visto un’imperdibile possibilità di formazione e crescita accompagnata da momenti di svago e di leggerezza.

Un altro aspetto che ho particolarmente apprezzato dell’esperienza è stato il sostegno, l’ascolto e la cooperazione di figure professionali ed esperte che si sono messe a disposizione di noi giovani, incarnando l’ambizione e la perseveranza e facendoci sentire parte attiva del presente e del futuro del nostro paese.
L’Hackathon è stato quindi un esperimento completo e soddisfacente che rifarei e consiglierei a ogni mio collega di fare per acquisire maggiore consapevolezza e sviluppare soft skills, ma soprattutto per mettersi alla prova in un universo lavorativo che ci vuole pronti e intraprendenti.

 

Veronica Fogliano

Sono Veronica Fogliano. Ho 30 anni. Sto prendendo la specialistica in “comunicazione della cultura e dello spettacolo”, presso l’università di Catania. Sono una ragazza seria, timida, fiduciosa e sono affetta da Sma3, però nonostante questo cerco sempre di lottare e non mollare mai!

L’Hackathon è stata un’esperienza mai provata ed essendo la prima volta, si è rivelata produttiva, mi ha permesso di conoscere persone in gamba, con le quali si è creato un bellissimo rapporto e un gruppo coeso e unito! Il mio team è stato quello vincente, e questo mi ha permesso di portarmi a casa tanto, soprattutto il fatto di instaurare un rapporto con persone appartenenti a diverse regioni della nostra amata Italia e il fatto che il progetto a cui ho partecipato possa essere conosciuto da tutti, mi fa essere felice e mi da l’adrenalina giusta per proseguire il mio cammino intellettuale e lavorativo.

 

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