Diversity Opportunity | FIABA Onlus: accessibilità, inclusione e attenzione alle diversità nell’abbattimento di tutte le barriere
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FIABA Onlus: accessibilità, inclusione e attenzione alle diversità nell’abbattimento di tutte le barriere

FIABA Onlus è un’associazione che nasce per sensibilizzare sull’importanza di abbattere le barriere architettoniche e culturali. FIABA Onlus | LinkedIn
La nostra storia inizia nel 2000, quando il Presidente Giuseppe Trieste decide di fondare FIABA Onlus. L’obiettivo è quello di creare le condizioni affinché in futuro tutte le persone possano muoversi ovunque liberamente e in autonomia.
Spazi e ambienti spesso risultano ancora inaccessibili e non è facile muoversi al loro interno, soprattutto per le persone con disabilità e a ridotta mobilità. È l’ambiente a creare gli ostacoli. Per questo sensibilizziamo sull’importanza di abbattere tutte le barriere, da quelle architettoniche a quelle culturali, e promuoviamo la progettazione di ambienti totalmente accessibili secondo i principi dell’Universal Design, la “progettazione per tutti” attenta alle esigenze e ai desideri di tutte le persone. ENERGENT AL FIANCO DI FIABA ONLUS - Energent
Accessibilità, inclusione, attenzione alle diversità, competenza, esperienza: questi sono i valori che ci guidano e che teniamo presenti in tutte le nostre attività.

 

Il Progetto “Comunità condominiale”

Secondo dati Istat, nel nostro Paese le persone con disabilità sono circa 3 milioni e 100 mila (il 5,2% della popolazione). Le persone anziane over 65 sono 13,8 milioni. La pandemia ha messo in luce la necessità di promuovere un nuovo paradigma della salute basato sulla prossimità, in grado di coniugare assistenza sanitaria e sociale. In questa direzione va anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) recentemente approvato dal Governo. Si tratta di un approccio utile non solo in questa situazione di emergenza, ma anche per garantire una gestione efficace della cronicità, che riguarda da vicino una popolazione come la nostra che è in progressivo invecchiamento.

Partendo dal condominio sostenibile e utilizzando l’opportunità della riqualificazione energetica grazie al Decreto Rilancio, possiamo arrivare ad una comunità condominiale. La comunità condominiale è un sistema integrato in cui assistenza alla persona, telemedicina e accessibilità concorrono ad elevare la qualità della vita dei condòmini.

La comunità condominiale poggia su quattro assi fondamentali:

  • assistenza: caregiver condiviso tra i condòmini e consegna spesa a domicilio;
    • teleassistenza
    • telemedicina: consulti, monitoraggi per malattie croniche e servizi riabilitativi a distanza;
    • accessibilità: consulenza per sfruttare il Superbonus 110% in ottica abbattimento barriere architettoniche e progettazione domotica.

La consolle è lo strumento attraverso il quale si concretizza la comunità condominiale. Si tratta di un insieme di strumenti che aumentano l’interrelazione tra le persone, con l’obiettivo di instaurare un rapporto di collaborazione e aiuto tra di loro. La consolle attua una serie di azioni fondamentali:

  • amministrazione: gestione delle utenze; dati personali degli utenti;
    • bacheca: lista delle richieste effettuate; nuove richieste con caratterizzazione della tipologia (spesa, farmacia, altro supporto), del periodo temporale di interesse ed eventuali note; lista delle richieste aperte con la possibilità di presa in carico;
    • notifiche: invio notifiche (presa in carico richiesta, nuova richiesta); lista degli alert generati e loro stato.

Nell’ambito della comunità condominiale, inoltre, svolge un ruolo fondamentale la domotica, che è preziosa soprattutto per chi si trova a scontrarsi con le barriere architettoniche del proprio ambiente domestico. Un impianto domotico, per esempio, si occupa di aprire e chiudere i serramenti, regolare l’illuminazione e controllare dispositivi tecnologici. Un vantaggio evidente per chi, per motivi legati all’età o alla disabilità, ha difficoltà di deambulazione. Il sistema domotico proposto si basa su hub (Amazon Alexa e Google Home) e loro applicazioni disponibili in commercio, ai quali vengono aggiunti sensori speciali dedicati all’automazione e alla sicurezza. Il sistema comprende, tra le altre cose: lampadine intelligenti; prese intelligenti; videosorveglianza; termoregolazione; sensori di umidità, pressione e temperatura; sensori di luminosità; sensori di prossimità; sensori serramenti.

Ultimo aspetto da tenere in considerazione è quello del caregiver condiviso, che può fornire un’assistenza qualificata per persone a ridotta mobilità (PRM) – anziane e/o con disabilità – che vivono all’interno dello stesso condominio. Il servizio dovrà mettere al centro le persone e le loro necessità. L’obiettivo è risolvere un problema che grava su molte famiglie italiane: come prendersi cura, in maniera economicamente sostenibile, dei propri cari non più autosufficienti o comunque bisognosi di una figura di supporto.

La presenza di un caregiver condiviso all’interno di uno stesso condominio consentirebbe di gestire al meglio le esigenze di più persone, in quanto non tutte hanno bisogno di assistenza 24 ore su 24. Tra le mansioni di questa figura qualificata, oltre all’assistenza domestica, ci sarebbero anche:

  • spesa e preparazione dei pasti;
    • mantenimento dell’autonomia e della dimensione sociale, anche attraverso attività ludiche condivise (es. lettura dei giornali);
    • accompagnamento nelle passeggiate e nelle altre commissioni fuori dall’abitazione.

La tecnologia e le soluzioni digitali fornite dalla domotica hanno un ruolo fondamentale nel rendere più efficiente la gestione e l’organizzazione dei processi di lavoro, nonché la comunicazione con le famiglie delle persone assistite, che in questo modo potrebbero seguire con maggiore facilità la situazione dei propri cari.

Il progetto della comunità condominiale, una volta avviato, si può autofinanziare con un contributo da parte delle famiglie stesse. Possiamo comunque immaginare una sperimentazione sull’arco di un anno, a cui si può contribuire sostenendo singole azioni, come ad esempio l’acquisto della strumentazione di teleassistenza per il condominio, il finanziamento di un impianto domotico per una persona che ne ha bisogno oppure il pagamento di un caregiver condiviso all’interno di una struttura.

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