28 Jul Non fermarsi, studiare e approfondire, mettersi in gioco. La sfida vinta dai ragazzi che hanno partecipato a Flywheel Hack.
Sono una persona proattiva! cosi mi piace definirmi, sia in ambito professionale che personale.
Mi chiamo Alessandro Lieto, siciliano, ho 26 anni e ho una laurea triennale conseguita presso l’ateneo di Catania in scienze politiche e una laurea magistrale in economia e management all’Università degli studi di Torino, un’esperienza erasmus di un anno a Madrid e adesso sto seguendo un master part-time in food and wine management a Palermo.
Cittadino del mondo, come lo è la maggior parte di noi, millennials, a cui basta un computer e una connessione per poter raggiungere qualunque cosa. Passioni: Tecnologia, Made in italy, agrifood.
Ho accettato di partecipare a RestarTalent Meet perchè amo le sfide, e perché in questo hackaton la posta in gioco era molto alta, dimostrare ad aziende partner, stakeholders e chiunque venisse a conoscenza con l’evento che in nostro paese ha la forza per ripartire e che la ripartenza passa da noi, dalle nuove risorse appena formate, dalla tecnologia, dall’innovazione, dalla curiosità e dal coraggio di mettersi in gioco.
La resilienza è insita nell’essere umano, basta trovare la ricetta giusta.
Sicuramente queste esperienze servono per farti toccare con mano com’è il mondo del lavoro, trovarsi in un contesto nuovo, con un team che non si conosce, con obiettivi a breve termine, risorse limitate, un timing serrato, lavorando su un documento nuovo, attuale e che ha bisogno comunque di una capacità di analisi precisa ma soprattutto concreta.
Lavorare con un timing serrato, ti obbliga al lavoro in team se si vuol completare e raggiungere il risultato desiderato, tutto questo si complica quando il team lo conosci la mattina stessa e diventa ancora più difficile quando un membro del team decide di abbandonare la nave in mezzo alla tratta. In situazioni come queste, tocca prendere il timone e raddrizzare la rotta, questa piccola “disavventura” durante la sfida del #Flywheel hack mi ha permesso di scoprire una forte capacità di problem solving e leadership, che forse fino a quel episodio rappresentavano solo 2 slot di facciata all’interno del mio cv.
Riguardo il lavoro in team, mi sento di fare i complimenti ai miei colleghi per aver dimostrato una resilienza, una disponibilità e una forza di volontà che non mi sarei aspettato di trovare e soprattutto voglio ringraziare il nostro mentor Michele, avendo trovato, seppur in poche ore di confronto, una persona eccezionale, un amico, un professionista, insomma un leader!
Alessandro Lieto
Mi chiamo Giulia Meucci e ho 26 anni e vivo a Roma. Sono appassionata di marketing e social media. I primi passi nel mondo del digital marketing, li ho mossi durante gli anni universitari quando ho iniziato a gestire la pagina ufficiale Facebook di Radio Godot. Oltre alla mia collaborazione con questa nota webradio, ho avuto modo di sperimentare anche altre realtà, tra queste la comunicazione del brand di cui me ne occupo attualmente.
Mi reputo dal punto di vista lavorativo, una ragazza in continua evoluzione perchè mi piace cimentarmi in nuovi progetti lavorativi in cui posso contribuire al lavoro di gruppo, per migliorare e sopratutto migliorarmi. Ho accettato la sfida di RestarTalent Meet perchè mi sono accorta fin da subito della grande opportunità, che mi era stata data, di mettermi in gioco e condividere delle mie idee con altri ragazzi mai visti finora.
E’ stata dura, perchè da un team di 4 persone, dopo un giorno, siamo diventati 3. Con ancora meno tempo a disposizione abbiamo dovuto rimettere in discussione tutto il progetto cambiandolo e migliorandolo. Una volta capito come organizzarci siamo subito ripartiti più carichi di prima. D’altronde gli imprevisti fanno parte del lavoro e io credo che da situazioni “sfortunate” in quel momento si può solo che migliorare.
Ho migliorato sicuramente alcune soft kills come time management e il teamwork perchè anche se ognuno di noi ha lavorato il proprio punto singolarmente, più e più volte ci siamo sentiti per un confronto di idee e scambio di opinioni al fine di realizzare un progetto coeso in tutto. L’aiuto di un mentor è stato essenziale per lo sviluppo del progetto perchè, grazie a lui, abbiamo ricevuti consigli pratici (e di vita) di una persona con più esperienza.
Giulia Meucci
Sono Stefano Migale, ho 24 anni e mezzo, sono di Crotone e a fine aprile ho conseguito la laurea magistrale in ingegneria gestionale (curriculum “organizzazione d’impresa”) presso l’Università della Calabria di Rende (CS). L’università mi ha fatto crescere sia dal punto di vista formativo, sia dal punto di vista umano. Ho studiato le principali aree della gestione della produzione, logistica, project management, gestione aziendale, informatica, ottimizzazione, finanza.
L’ho fatto perché sono un grande appassionato di sfide: mi piace confrontarmi con altre persone. inoltre, l’ho ritenuta una bella occasione per lavorare con persone con background differenti e provenienti da differenti città. E poi perché penso che ogni sfida, positiva o negativa che sia, lasci il segno in ognuno di noi e faccia apprendere qualcosa.
Molto impegnativo, io e il mio team abbiamo dovuto fare turni di lavoro molto lunghi, con videochiamate della durata di più ore. Ma è stato comunque divertente e stimolante. E visto il risultato finale è stato anche gratificante.
Ho avuto modo di mettere in gioco la capacità di svolgere più azioni in parallelo, visto che c’erano tante cose da fare in pochissimo tempo; mi è sempre piaciuto lavorare in team, non avevo mai sperimentato questa modalità virtuale. Mi sono trovato molto bene con i miei compagni di squadra e con il mentor: nonostante non conoscessi nessuno si è creato subito un bel feeling. Ha avuto grandissimo valore anche il confronto con il nostro mentor, il dottor Michele Misciani, che ha saputo darci i giusti consigli e ci ha guidato verso la vittoria finale.
Stefano Migale
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