Diversity Opportunity | Il Driver del Diversity crea professionisti di eccellenza.
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Il Driver del Diversity crea professionisti di eccellenza.

Le trasformazioni in atto e il futuro del mondo del lavoro è un tema comune a tutti, ci rende tutti protagonisti di alcune trasformazioni epocali e nuove sfide che richiedono  impegno, un impegno più che mai necessario per affrontare le complessità e le appartenenze plurali. Ci si domanda quando finalmente riusciremo a combattere le diseguaglianze, non solo sul piano economico, ma su quello sociale, dell’ educazione, delle opportunità di accesso ai servizi creando una società culturalmente più inclusiva. Per far ciò dobbiamo tutti trasformare la nostra visione del mondo, considerando la molteplicità e la diversità come valori e risorse preziose, così da mettere in luce talenti, idee, esperienze e innovazione;  concretamente attuare delle vere e reali politiche di Diversità e Inclusione.

 

Le molteplicità che creano unicità sono alla base del Diversity Management e delle strategie di inclusione che mirano a creare percorsi innovativi, volti a ridurre le diseguaglianze e ogni forma di discriminazioni nel mondo del lavoro. Quindi non parliamo più di discriminazioni di genere, di abilità, di provenienza, di orientamento sessuale o religioso, ma parliamo di Pari opportunità, ageing della forza lavoro, mix inter-generazionale, di diversità e competenze che emergono.

Le aziende hanno la responsabilità di riflettere la diversità culturale e comunicare quest’ultima grazie ad azioni concrete, favorendo lo sviluppo professionale di tutte le generazioni, includendo persone con disabilità, promuovendo parità di genere, rimanendo consapevoli  dell’esistenza di discriminazioni multiple, derivate dall’intrecciarsi di vari fattori individuali.

Comunicare la diversità significa sviluppare una migliore conoscenza delle altre culture e creare una cittadinanza attiva valorizzando le buone prassi sperimentate, contrastando fenomeni connessi alle varie forme di discriminazione e promuovendo l’intercultura. Saperla raccontare invece significa veicolare in maniera completa, obiettiva e positiva delle informazioni attraverso parole che non escludano.

Eppure in Italia, non va poi cosi male! Secondo una ricerca Top Employers, il 71% delle imprese italiane è attiva sul fronte del Diversity. Guadagna inoltre la prima posizione sui programmi di formazione dedicati a gruppi specifici di dipendenti, che sono presenti nel 73% delle aziende, a fronte del 69% delle Ue.

Un altro punto va inoltre alle politiche di genere, con programmi per l’avanzamento di carriera fino ai massimi livelli, presenti nel 79% delle aziende italiane e nell’81% di quelle dell’Unione. In materia di diritto antidiscriminatorio, con i D.Lgs. 215/2003 e D.Lgs. 55 216/2003 ed integrazioni, l’Italia ha recepito le direttive comunitarie del 2000. Si tratta di due provvedimenti con struttura comune, il primo riferito al pari trattamento indipendentemente dalla razza e dalle origini etniche, il secondo riguarda specificamente il settore lavorativo e si riferisce a diversi fattori discriminanti.

Passi avanti nella giusta direzione. Valorizzare le differenze è una priorità strategica per raggiungere una vastità di obiettivi di sviluppo, ci invita tutti, in primis le aziende a rivalutare il pensiero e l’operatività tradizionale delle risorse umane. La sfida sta in un cambiamento profondo, smontando un approccio armai vecchio, prodotto solo da stereotipi e pregiudizi, e adottando la prassi aziendale basata sui valori aggiunti del Diversity Management.

Roberta Lulli
Esperta in comunicazione e specializzata in Gender Equality e Diversity management. 
In Italia si è occupata di politiche antidiscriminatorie e parità di trattamento coordinando progetti e campagne istituzionali. Attualmente vive a Londra dove lavora per un’organizzazione umanitaria.

 

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