22 Dec Università degli Studi Aldo Moro e Politecnico di Bari insieme: 3 dicembre – Giornata Internazionale della Disabilità. Lavoro Aziende Empatia
Intervista a Gabrielle Coppola, Delegata del Rettore per le questioni inerenti gli Studenti Diversamente Abili – UniBa, e Floriano Scioscia, Delegato del Rettore all’integrazione per le Persone Diversamente Abili – PoliBa.
Da dove nasce l’idea di dedicare un evento corale, con aziende, associazioni, istituzioni dedicato agli studenti con disabilità – e non solo- in questo momento particolare di crisi e di mercato?
Gabrielle:
L’idea nasceva da più sollecitazioni, interne ed esterne. Internamente, stimolo fondamentale è stato il confronto continuo esistente tra il Servizio Disabilità di UniBa e l’Agenzia Placement, da cui è emersa la consapevolezza che eravamo chiamati tutti a un maggior impegno sul fronte dell’inserimento delle persone con disabilità nella transizione da università a mondo del lavoro. L’attenzione a declinare l’evento con particolare riferimento al momento storico che stiamo vivendo è nata dal confronto con l’agenzia Diversity Opportunity che ci ha illustrato il quadro di quanto stiamo vivendo, in termini di criticità e potenzialità per le persone con disabilità. La sollecitazione esterna è derivata dal CNUDD, Conferenza Nazionale dei Delegati alla Disabilità, che ha promosso su questo tema una conferenza nazionale per il 2021, a cui speriamo di potere partecipare in presenza, oltre a varie iniziative promosse da fondazioni private e università, finalizzate a favorire l’inserimento lavorativo dei neolaureati con disabilità, come L’Inclusion Job Day promosso da Interaction Farm a cui UniBa ha aderito e il Progetto TutorialMe Managing Disability, promosso dall’università Bocconi con il supporto della Fondazione Allianz Umanamente.
quale motivazione ha guidato la scelta di realizzare quest’evento in maniera condivisa e partecipata tra Politecnico e Università di Bari?
Floriano:
Come Delegati per la Disabilità dell’Università degli Studi e del Politecnico di Bari, la Prof.ssa Coppola [o Gabrielle, si può adattate al tono più o meno formale da dare all’intervista in newsletter] ed io ci siamo confrontati su diverse questioni nel nostro primo anno di mandato e abbiamo compreso che molte problematiche relative a Disabilità e Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono comuni ai due Atenei. Questi ultimi sono anche soggetti attivi nello stesso tessuto sociale, istituzionale e industriale, per cui ci è sembrato subito evidente che collaborare in iniziative condivise permettesse di fare “massa critica”, di avere una voce più chiara e forte per la sensibilizzazione del territorio e di affrontare la questione dell’integrazione della diversità nel mondo del lavoro da una prospettiva più ampia, unendo le competenze di cui ciascuna delle due istituzioni è portatrice.
Nella tavola della mattina con le istituzioni quali messaggi / Stimoli / progetti / hanno aperto le porte della fiducia verso il prossimo futuro?
Gabrielle:
A mio parere, malgrado la estrema varietà delle prospettive e l’eterogeneità dei background dei relatori, è emersa una piena acquisizione della centralità della persona con disabilità, come è stata promossa dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dall’OMS già nel 2001. Questo sistema di classificazione opera una rivoluzione senza precedenti nella definizione della disabilità, che non può più prescindere nella definizione del suo livello di gravità, dai fattori contestuali. Sono proprio tali fattori che entrando nel funzionamento individuale come barriere o facilitatori, definendo in ultima istanza le potenzialità e le criticità nel funzionamento della persona. Questa prospettiva che ridefinisce in chiave sociale e non più medica, la disabilità valorizza i punti di forza della persona e le sue aree intatte, e sopratutto, responsabilizza il contesto che con le risorse che mette a disposizione, può ridurre e virtualmente anche annullare l’impatto che la menomazione ha sul funzionamento individuale. Credo che questa visione ottimistica e etica allo stesso tempo, sia stato il comune denominatore di tutti gli interventi.
Se questa prospettiva alimenta una visione ottimistica rispetto alla gestione della disabilità, ormai non più intesa come condizione intrinseca dell’individuo, ma relativa alle condizioni ambientali, essa chiama a un forte senso di responsabilità sociale quanti, in virtù delle proprie competenze professionali, sono in grado di intervenire sulle condizioni ambientali, eliminando barriere e introducendo facilitatori.
Il laboratorio del pomeriggio sull’Empatia come soft skill per il futuro professionale e personale quali corde ha maggiormente toccato negli studenti?
Floriano:
Nel laboratorio sull’Empatia, attraverso brevi quadri teorici e numerosi esempi pratici ed esercizi interattivi, gli studenti sono stati stimolati soprattutto ad una maggiore consapevolezza ed attenzione nella percezione di se stessi e degli altri nelle attività e nelle relazioni di tutti i giorni. Questo permette da un lato di migliorare la qualità e la significatività delle relazioni stesse, dall’altro di osservare la realtà più in profondità e quindi, per esempio, poter avere approcci più creativi nella soluzione dei problemi. Per questo l’Empatia genera benefici sia nei contesti professionali sia in ogni altro ambito di vita. A giudicare dal coinvolgimento e dall’interesse mostrato, direi che chi ha partecipato al laboratorio lo ha compreso bene!
Il Network sinergico dei vari attori coinvolti nel progetto appena lanciato quali spazi potrà sviluppare per agevolare il matching al lavoro degli studenti con disabilità nei prossimi mesi?
Floriano:
L’adesione convinta di tutti gli Enti e le Imprese invitati dimostra che c’è buona volontà di contribuire a rendere il territorio sempre più favorevole all’inserimento nel mondo del lavoro degli studenti e dei neolaureati con disabilità. Essendo stati coinvolti nell’organizzazione dell’evento, sin dal primo momento, l’Agenzia per il Placement dell’Università di Bari e l’Ufficio Placement del Politecnico, un primo spazio di collaborazione è di sicuro quello legato alle iniziative di accompagnamento nel mondo del lavoro e di contatto tra neolaureati e aziende, che già si svolgono abitualmente e nelle quali si potranno evidenziare maggiormente le opportunità – per i lavoratori ma anche per i datori di lavoro – dell’integrazione di persone con disabilità. La formazione è sicuramente un altro pilastro da costruire, con la possibilità di combinare diversi tipi di iniziative: non soltanto eventi singoli quali seminari, convegni e hackathon, ma anche percorsi formativi più articolati, che potranno essere progettati e realizzati in collaborazione con Imprese, Istituzioni e Terzo Settore ed essere offerti autonomamente oppure – e questo è l’obiettivo più ambizioso – integrati nei curricula dei Corsi di Laurea Magistrale o dei Master erogati dai due Atenei. L’aspetto della sensibilizzazione, infine, è trasversale a tutte le iniziative, ma troverà sicuramente spazio anche in futuri eventi appositamente dedicati, come quello svolto il 3 dicembre scorso.
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